STORIA CERAMICA VIETRESE

Un po’ di storia

Uno dei maggiori centri di produzione delle ceramiche in Italia è stato Vietri sul Mare in Costiera Amalfitana, ed ancora oggi è molto attivo e conosciuto in tutto il mondo. 
La produzione di ceramica, nel salernitano, era dovuta alla presenza di cave di argilla. 
Le origini della ceramica vietrese sono antichissime e si intrecciano con quelle del popolo che ha fondato l’antica  città, denominata Marcina, di origine etrusca. Gli Etruschi   avevano appreso l’arte di lavorare la creta, in cui erano abilissimi, dai coloni greci, seppero sfruttare questa ricchezza del suolo e intrapresero il commercio di vasellame, suppellettili varie e oggetti di culto in terracotta, fabbricati sapientemente con le prime rudimentali fornaci.
Dopo il periodo dei Romani, durante il quale la ceramica vietrese ebbe un notevole sviluppo, seguì la decadenza dovuta alla discesa dei barbari in Italia.
Quest’arte risorse nel Medioevo quando venne di nuovo fondata la città di Vietri con il nome di locus VETERI.
Gli arabi appartarono i loro disegni chiamati “arabeschi” caratterizzati da foglie d’acanto arricciate e da spirali

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Gli ebrei che risiedevano a Salerno scoprirono l’invetriatura, usata soprattutto nei vasetti farmaceutici della famosa “Scuola Medica Salernitana”

La produzione artigianale tra il 1500- 1600 era molto varia, ma si distinguevano per bellezza: le saliere, le acquasantiere, le tazze, le coppe da brodo, oltre ad oggetti più comuni, come scodelle, vasi, fiaschi, ecc.
All’inizio del Seicento, il movimento della popolazione, che si ebbe dalle zone interne verso la costa, interessò anche Vietri, dove arrivarono ceramisti di Castelli d’Abruzzo, che arricchirono le esperienze degli artigiani locali.

                 Successivamente, oltre alle stoviglie e alle acquasantiere, a Vietri, si diffuse la produzione di mattonelle per la decorazione dei luoghi sacri, come campanili, cupole di chiese, di cui si ricorda quella di S. Giovanni di Vietri (1609)

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