Le origini della carta
Innanzitutto è utile sapere che la carta
è un prodotto conosciuto da millenni: sembra infatti che in Egitto, intorno al
3000-3500 a.C., esistesse già il papiro, considerato come la pietra miliare per
l'evoluzione storica dei supporti per la scrittura.
Esso era molto simile alla nostra carta
e veniva fabbricato utilizzando una pianta acquatica, il cyperus papyrus,
allora molto diffusa lungo il Nilo, in Palestina ed in Sicilia. La parte
superiore dello stelo di questa pianta veniva tagliata in strisce longitudinali
di basso spessore, larghe pochi centimetri e lunghe oltre un metro. Tali
strisce venivano poi disposte, l'una accanto all'altra, sopra un piano
orizzontale, in modo da formare uno strato continuo e il più possibile
omogeneo.
Su questo primo strato se ne collocava un altro, con l'accortezza di disporre le strisce in modo trasversale rispetto alle prime. Il reticolo, così formato, veniva poi bagnato con acqua e pressato affinché le sostanze collanti contenute nelle fibre della pianta facessero aderire i due strati sovrapposti; successivamente veniva fatto asciugare all'aria.
Su questo primo strato se ne collocava un altro, con l'accortezza di disporre le strisce in modo trasversale rispetto alle prime. Il reticolo, così formato, veniva poi bagnato con acqua e pressato affinché le sostanze collanti contenute nelle fibre della pianta facessero aderire i due strati sovrapposti; successivamente veniva fatto asciugare all'aria.
Incollando i margini di più fogli
di papiro, tagliati tutti nelle stesse dimensioni e posti consecutivamente, si
otteneva una striscia continua, che nell'uso veniva arrotolata costituendo
il «volumen» o rotolo, l'antesignano del nostro libro.
Un altro ottimo materiale su cui
scrivere, molto apprezzato per la sua resistenza al tempo, fu la pergamena.
Tale materiale, ottenuto da una accurata lavorazione delle pelli di animali di
piccola e media mole, costituì il prodotto più largamente usato in tutto il
mondo civile fino alla comparsa della carta vera e propria.
Le origini della fabbricazione della
carta passano per la Cina. La leggenda e le ipotesi la fanno risalire alla
fabbricazione dei feltri, in cui i mongoli erano maestri. Un ministro cinese,
Ts'ai Lun, intorno al 105 d.C. (data ovviamente approssimativa) sostituì, nella
fabbricazione dei feltri, le fibre animali con quelle vegetali, dando così
luogo a quel prodotto che oggi chiamiamo carta.
Ts'ai
Lun si recava ogni giorno presso uno stagno adibito a lavatoio: lì, meditava ed
osservava le donne lavare i panni.
Un giorno si accorse che le fibrille, precedentemente staccatesi dai panni logori, a causa dello strofinio e della sbattitura esercitati dalle lavandaie, si accumulavano e si riunivano a mo' di tessuto. Ts'ai Lun raccolse con delicatezza il sottile velo di fibrille feltratesi in un'ansa dello stagno stesso e lo pose ad essiccare. Nacque così un foglio di una certa consistenza, di colore biancastro ed idoneo per sopportare la scrittura.
Un giorno si accorse che le fibrille, precedentemente staccatesi dai panni logori, a causa dello strofinio e della sbattitura esercitati dalle lavandaie, si accumulavano e si riunivano a mo' di tessuto. Ts'ai Lun raccolse con delicatezza il sottile velo di fibrille feltratesi in un'ansa dello stagno stesso e lo pose ad essiccare. Nacque così un foglio di una certa consistenza, di colore biancastro ed idoneo per sopportare la scrittura.
Il primo materiale adottato da Ts'ai Lun, una volta messo a punto il procedimento
di fabbricazione, fu la corteccia del
gelso da carta
La parte fibrosa della corteccia veniva messa a macerare in acqua, risciacquata e successivamente battuta in mortai di pietra fino ad ottenere una pasta uniforme di fibre cellulosiche. Questa massa di fibre opportunamente diluita con acqua veniva versata sopra la così detta «forma», costituita da una specie di graticcio ottenuto per accostamento di sottilissimi bastoncini di bambù. L'acqua passava attraverso le fenditure del graticcio e le fibre, feltratesi tra loro, restavano in superficie formando un foglio di opportuno spessore che, staccato e levato a mano dalla forma, veniva messo ad essiccare all'aria.
La parte fibrosa della corteccia veniva messa a macerare in acqua, risciacquata e successivamente battuta in mortai di pietra fino ad ottenere una pasta uniforme di fibre cellulosiche. Questa massa di fibre opportunamente diluita con acqua veniva versata sopra la così detta «forma», costituita da una specie di graticcio ottenuto per accostamento di sottilissimi bastoncini di bambù. L'acqua passava attraverso le fenditure del graticcio e le fibre, feltratesi tra loro, restavano in superficie formando un foglio di opportuno spessore che, staccato e levato a mano dalla forma, veniva messo ad essiccare all'aria.
La carta ancor prima di essere
usata come supporto per la scrittura, è stata impiegata, in Cina, come oggetto
di vestiario. Al sesto secolo risalirebbe l'uso della carta igienica; già
allora si usava, come materia prima, un prodotto particolare, fatto con fibre
di paglia di riso, più facile da preparare, meno costosa e più morbida. La
carta veniva anche usata per costruire aquiloni, lanterne e ventagli; questi
ultimi erano prodotti in carta fin dal 300 quando gli imperatori della dinastia
Chin vietarono, per questioni economiche, l'uso della seta per la loro
preparazione.
L'uso della carta moneta risale probabilmente al nono secolo; si ritiene infatti che in quel periodo, essendo aumentate le transazioni, si sia resa necessaria una moneta più leggera in sostituzione della moneta metallica troppo pesante e poco trasportabile.
L'uso della carta moneta risale probabilmente al nono secolo; si ritiene infatti che in quel periodo, essendo aumentate le transazioni, si sia resa necessaria una moneta più leggera in sostituzione della moneta metallica troppo pesante e poco trasportabile.
Il passaggio alla produzione industriale
Il passaggio dalla produzione
artigianale a quella industriale avvenne nella prima metà del 1800.
Il primo tentativo fu fatto dal francese Nicolas Louis Robert nel 1797; egli realizzò una macchina capace di produrre un foglio continuo di carta della lunghezza di 60 cm. (prima macchina continua).
Il primo tentativo fu fatto dal francese Nicolas Louis Robert nel 1797; egli realizzò una macchina capace di produrre un foglio continuo di carta della lunghezza di 60 cm. (prima macchina continua).
Inizialmente vennero utilizzati come
materia prima i cenci e gli stracci
usati, quando questi si dimostrarono insufficienti alla produzione della
carta, la cui richiesta mondiale assumeva valori sempre crescenti, si
iniziarono gli studi per la messa a punto di nuovi processi Il primo materiale
che sostituì in parte la pasta di straccio fu la pasta meccanica di legno,
La direzione del progresso tecnologico
si muove innanzitutto nell'ambito dei miglioramenti della produttività delle
macchine continue: si pensi che nel 1800
per fabbricare una tonnellata di carta erano necessarie circa 4000 ore di
lavorazione, mentre oggi, a seconda delle caratteristiche che si vogliono
ottenere, ne servono da due a venti ore;
ciò significa che la produttività è aumentata di circa 1000 volte.
Sono infatti di grande importanza i
miglioramenti legati alla velocità e alla larghezza delle continue per carta:
si pensi a tale proposito che le prime macchine producevano un nastro continuo
largo meno di un metro alla velocità di pochi metri al minuto, mentre le
attuali hanno larghezze utili anche superiori ai 10 metri e velocità che si
aggirano intorno ai 1.500-2.000 metri al minuto. Ciò significa che ogni secondo
la continua riesce a produrre fino a 30 metri di carta per una larghezza di 10
metri.
interessante
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