ATTIVITA' ED CIVICA:CYBERBULLISMO

PERCORSO INIZIALE

1) Internet non ha regole
2) Internet è perfetto per fare scherzi, non bisogna prendersela: è solo un gioco
3) Le cose dette su internet fanno meno male di quelle dette in faccia
4) Non bisogna intervenire, in rete ognuno deve imparare a cavarsela da solo
5) Se ci sono dei problemi in rete è meglio non coinvolgere gli adulti, si rischia di far peggio

Dopo ogni domanda si chiede agli studenti di schierarsi (ad esempio con alzata di mano) in accordo o in disaccordo con l’affermazione. 

Proiettaiamo due o più dei seguenti video a scelta:

- MARCO MENGONI E PAOLA CORTELLESI – MONOLOGO SUL BULLISMO (9 min)
(consigliato: scuola secondaria di 1° grado)
- GAETANO, video 1 e 2 (4 min) (consigliato: scuola primaria e secondaria di 1°grado)
Nota: i due video narrano la stessa vicenda da due diversi punti di vista, prima
quello di una compagna di classe e poi quello di Gaetano, vittima di cyberbullismo.
Dopo il primo è utile chiedere agli studenti come immagino che stia vivendo la
situazione Gaetano.

In aggiunta o alternativa prendere un testo riferito ad un fatto di cronaca grave legato al tema
del cyberbullismo. Consigliata: la lettera del padre di Carolina Picchio, pubblicata sul Corriere

PERCORSO DI RIFLESSIONE

1. Dopo aver proposto lo spunto iniziale (video e/o articolo) si chiede ai ragazzi un momento
di condivisione e rielaborazione prendendo spunto dalle seguenti domande:

- che emozioni avete provato guardando/ascoltando questa storia?
- come ritenete si sentissero i protagonisti?
- perché secondo voi in tanti non intervengono di fronte a queste situazioni?
- è facile capire cosa sta provando chi si trova vittima di queste situazioni?
- da quali segnali si può capire quando uno scherzo è andato troppo oltre?

2.. Si introduce quindi la parola EMPATIA 
 formulare una definizione propria, quindi chiedere degli esempi concreti e 
 in quali situazioni è più facile e quando meno facile provare empatia per qualcuno.
quando e perché essere “empatici” è utile/scomodo/importante?

Si conclude l’attività con un breve video a tema:
- spot sull’EMPATIA (1 min) (consigliato: scuola primaria e secondaria)

3. INTERVENIRE O MIMETIZZARSI ? (PIANO ETICO)

 riflettere su come normalmente le persone reagiscono quando sono testimoni di questi fatti e in un secondo momento  chiedersi se c’è un modo “giusto” o “sbagliato” di agire e qual è la responsabilità di ciascuno in questi casi.

Spunti di partenza:
- LA FELPA DEL BULLO (4min)
- SASSO CARTA e FORBICI (1 min) 

cosa vi ha colpiti di più e se avete riscontrato situazioni a loro familiari all’interno dei filmati.

Rispondere :
-  i filmati rispecchiano sempre la realtà, o in alternativa quali sono altri comportamenti comuni di chi assiste ad atti di bullismo e cyberbullismo.
 - perché non è facile reagire e mettersi contro “il gruppo”?
- quali sono i comportamenti giusti e come metterli in pratica?

ATTIVITA’ PRATICA:
Si propone quindi di rielaborare i temi trattati attraverso un’attività pratica suddividendo gli
studenti in 3 o più gruppi chiedendo di preparare dei cartelloni per sintetizzare il dibattito
concentrandosi rispettivamente su:
- da quali segni si può capire che uno scherzo è andato troppo oltre?
- elenco delle emozioni collegate a bullismo e cyberbullismo (nome ed esempio) ?
- cosa fare se si è vittime o testimoni di una situazione di bullismo/cyberbullismo ?

nel cyberbullismo intervengono anche altri elementi, quali:
• L’impatto (viralità): la diffusione di materiale tramite internet è incontrollabile e non è possibile
prevederne i limiti (anche se la situazione migliora, video e immagini potrebbero restare online.)
• La possibile anonimità: chi offende online potrebbe tentare di rimanere nascosto dietro un
nickname e cercare di non essere identificabile
• L’assenza di confini spaziali: il cyberbullismo può avvenire ovunque, invadendo anche gli spazi
personali e privando l’individuo dei suoi spazi-rifugio (è raggiungibile infatti anche a casa propria).
• L’assenza di limiti temporali: il cyberbullismo può avvenire a ogni ora del giorno e della notte.
Sempre più spesso il cyberbullismo è collegato al bullismo tradizionale. Azioni di bullismo reale, ad esempio,
possono essere fotografate o videoriprese, per poi essere pubblicate e diffuse sul web (social network, siti di
foto-video sharing, email, blog, forum e chat).
 Il 29 maggio 2017 il Parlamento Italiano ha varato la legge n.71 entrata in vigore il 18 giugno 2017.
Tale norma dal titolo “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del
cyberbullismo” fornisce una definizione precisa di cyberbullismo, ovvero “qualunque forma di pressione,
aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione,
acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata
per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più
componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un
minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in
ridicolo.” [art.1 comma 2.]
È interessante notare come tra le fattispecie elencate siano comprese azioni che riconducono al reato
penale (ricatto, diffamazione, furto d’identità) e altre che non lo sono (ingiuria, forme di pressione…)





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