QUADRIPORTICO DEL DUOMO DI SALERNO
Il Duomo di Salerno è composto da una pianta basilicale a croce latina, ma il suo aspetto attuale deriva dall'ampliamento del 1605. La parte più significativa è il quadripòrtico del XII secolo, caratterizzato da un portico a quattro lati con archi a tutto sesto che conducono a un cortile centrale con un pozzo in stile arabo.
Struttura del quadriportico
- Portico: è costituito da quattro lati di portici che racchiudono un cortile centrale, con colonne in marmo e decorazioni a incastro di materiali diversi, creando un effetto visivo unico.
- Pozzo: il centro del cortile è dominato da un pozzo in stile arabo, che aggiunge un tocco di orientalismo.
- Galleria: una galleria su due livelli è visibile dal cortile, dove si possono ammirare colonne di recupero provenienti da antiche costruzioni romane e medievali, come ad esempio dal tempio di Apollo.
- Bell's: i quattro lati del quadriportico sono intervallati da una serie di arcate, alcune delle quali sono decorate con fregi in marmo, che rendono la struttura unica.
Elementi architettonici
- Chiostro: il cortile centrale è un esempio di chiostro che ospita un pozzo in stile arabo, con colonne in marmo e una galleria a due livelli che circonda l'intero cortile.
- Colonnes: le colonne, in marmo e di diverse forme e dimensioni, provengono da antichi edifici romani e medievali, che conferiscono al quadriportico un aspetto unico.
- Decorazioni: le decorazioni in marmo sono costituite da fregi, architravi e cornici, che conferiscono al quadriportico un aspetto elegante e raffinato.
ACQUEDOTTO MEDIEVALE -
PONTE DEI DIAVOLI
L'Acquedotto medievale di Salerno è stato eretto nel IX secolo per approvvigionare d'acqua il monastero di San Benedetto, presso le mura orientali. Si trova nel Centro storico di Salerno, sotto il colle Bonadies ed il suo Castello di Arechi. ù
«La lunghezza stimata era di circa 650 metri (255 su archi e pilastri, i restanti affidati a condotte sotterranee o ubicate su muri), con una altezza massima dal suolo di circa 21m, con in più tutta una serie di monumentali cisterne adibite alla distribuzione dell’acqua.
Queste misure sono state notevolmente ridotte da dissennati ed anche recenti abbattimenti, conservando inalterati, o quasi, solo i 21 metri d’altezza. L’attuale lunghezza si limita a qualche centinaio di metri.» -
Oggi è possibile ammirarne un tratto molto ben conservato, con archi acuti e possenti pilastri posti in triplice ordine.
CENNI STORICI
Alcuni storici ritenevano che l'acquedotto risalisse al XIV secolo ma in realtà esso fu eretto prima dell'anno mille in quanto il monastero di San Benedetto, da esso servito, risale all'VIII secolo e non era fornito di pozzi da cui poter attingere l'acqua. L'errore di datazione nacque dall'errata convinzione che, l'arco acuto noto come ogiva fosse di origine siciliana e quindi ideato dopo l'anno mille, ma dagli archi presenti nei sotterranei del Duomo di Salerno e di quello di Amalfi è possibile asserire che questo tipo di arco fu usato a Salerno prima ancora che nella stessa Sicilia.
Le leggende sui "Ponti del Diavolo"
Intorno all'acquedotto nacque nel Medio-Evo una leggenda seconda la quale la sua costruzione avvenne per opera del mago salernitano Pietro Barliario che, aiutato dai diavoli, lo eresse in una sola notte buia e tempestosa. Da questa leggenda nacque il nome "Ponti del Diavolo" che è ancora oggi usato dai salernitani per riferirsi all'acquedotto e, fino a pochi anni fa, i vecchi salernitani evitavano di recarsi sotto i ponti quando calava la sera perchè convinti che vi apparissero i diavoli, le streghe di Benevento ed altri spiriti malvagi.
Secondo un'altra leggenda sotto gli archi dei Ponti del Diavolo, in una notte tempestosa, avvenne l'incontro fortuito tra i fondatori della Scuola Medica Salernitana: l'arabo Adela, il greco Ponto, l'ebreo Elino ed il latino Salerno. L'origine di tale leggenda è da ricercare nella vocazione mercantile e commerciale della Salerno medievale che era un vero e proprio crocevia di popoli, culture e religioni diverse.
ponte dei diavoli
ORTO BOTANICO-GIARDINO DELLA MINERVA
Il Giardino della Minerva a Salerno è considerato il più antico orto botanico d'Occidente ed è strettamente legato alla storia della prestigiosa Scuola Medica Salernitana.
Storia e Origini
Medioevo e la Scuola Medica Salernitana:
Il giardino nacque nel Medioevo con una funzione didattica fondamentale: serviva agli studenti della Scuola Medica Salernitana per imparare a riconoscere e utilizzare le piante medicinali (chiamate "semplici") a scopo terapeutico.
Fondazione nel XIV secolo: La sua creazione, o per lo meno la sua sistemazione scientifica, risale al XIV secolo per iniziativa di Matteo Silvatico, un eminente medico e botanico della Scuola. Egli lo utilizzò come un vero e proprio "Giardino dei Semplici" (Hortus Simplicium), un luogo dove venivano coltivate e mostrate agli allievi le piante descritte nei testi di medicina.
Struttura e Caratteristiche:
Situato sul fianco della collina Bonadies, nel cuore del centro storico di Salerno, il giardino si sviluppa su una serie di terrazzamenti. Una caratteristica distintiva è la storica "scalea" (scalinata) che poggia sulle mura medievali della città e un ingegnoso sistema di distribuzione delle acque, che ha permesso la coltivazione di diverse specie nel corso dei secoli.
Ruolo Scientifico:
Questo luogo rappresentò il primo esempio in Europa di un orto botanico specificamente dedicato alla ricerca e all'insegnamento medico, anticipando di secoli gli orti botanici universitari moderni (come quello di Padova, fondato nel 1545).
Epoca Moderna
Declino e Riscoperta: Nel corso dei secoli, con il declino della Scuola Medica Salernitana, il giardino perse la sua funzione originaria e cadde in uno stato di abbandono.
Restauro e Apertura al Pubblico: Grazie a un'ampia opera di restauro, il Giardino della Minerva è stato riaperto al pubblico all'inizio degli anni 2000, recuperando il suo valore storico e botanico.
Oggi, il giardino è un'oasi di tranquillità che offre ai visitatori l'opportunità di immergersi nella storia della medicina medievale, ammirare una vasta gamma di specie vegetali (identificabili tramite un moderno sistema di QR code) e godere di una vista panoramica sul golfo di Salerno.
Restauro e Riapertura (2024-2025)
I lavori di restauro e riqualificazione sono stati finanziati dal Ministero della Cultura. Le attività principali svolte tra il 2023 e il 2024 hanno incluso:
Acquisizione e recupero dell'ultimo terrazzamento (740 mq) a monte, precedentemente non accessibile, che ha permesso al giardino di ritrovare la sua integrità originaria dopo secoli.
Restauro degli intonaci danneggiati e rifacimento delle pavimentazioni.
Rinnovo completo dell'impianto di irrigazione.
Restauro del primo piano di Palazzo Capasso, destinato a ospitare attività didattiche legate all'orto botanico.
Installazione di un nuovo e spettacolare impianto di illuminazione artistica notturna.
Il giardino è stato ufficialmente riaperto al pubblico a metà luglio 2025 (dopo essere stato chiuso per i lavori dal 31 gennaio 2023), con un ingresso a pagamento (6€) destinato alla manutenzione del sito.



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